Backup in cloud e continuità operativa

I dati aziendali, intesi come contratti, fatturazione, specifiche tecniche e relazioni con clienti e fornitori, sono ormai il vero cuore dell’attività delle piccole e medie imprese. La perdita improvvisa di questi asset, dovuta a guasti hardware, ransomware o errore umano, può paralizzare il lavoro con impatti economici e reputazionali ben superiori alla dimensione aziendale. Proprio per questo, dotarsi di un sistema di backup in cloud è indispensabile per salvaguardare risorse, operatività quotidiana e credibilità con gli stakeholders.

Secondo un’analisi pubblicata da Eurostat, nel 2023 il 45,2 % delle imprese europee ha acquistato almeno un servizio cloud, tra cui soluzioni sofisticate come archiviazione, database o piattaforme SaaS, con un aumento di 4,2 punti percentuali rispetto al 2021. È quindi evidente che le PMI stanno adottando il cloud in modo strutturato, uscendo finalmente da un approccio tradizionale basato su backup locali e storage on‑premises.

Per le aziende più attente alla cybersicurezza e alla protezione dei dati, dotarsi di un piano di backup in cloud significa automatizzare, cifrare, replicare e rendere disponibili all’istante i dati, rafforzando drasticamente la continuità operativa anche in caso di attacchi gravi o di malfunzionamenti causati da problemi all’infrastruttura IT o ad errori umani. Grazie a soluzioni di alto livello per la sicurezza digitale, Lanpartners accompagna le PMI dalla progettazione alla piena adozione delle più moderne forme di backup, con supporto progettuale, audit e integrazione con protocolli ISO 27001 e SLA trasparenti.

Panoramica sull’adozione di backup in cloud tra le PMI

L’adozione di soluzioni di backup in cloud tra le PMI europee è ad oggi una una realtà in espansione. Tra queste, i servizi più avanzati come piattaforme di backup, database e ambienti di sviluppo sono sempre più richiesti anche da aziende di dimensioni contenute e che non possono contare sui budget delle multinazionali.

In Italia, questo aumento è stato particolarmente evidente e costante: nel 2018 solo il 23 % delle PMI utilizzava soluzioni cloud, contro oltre il 60 % nel 2023 (61,39%): questo riflette una maturazione culturale e tecnologica delle imprese nazionali, ma anche l’esigenza di ridurre il rischio operativo e rendere l’infrastruttura IT più flessibile e resistente.

Lanpartners si inserisce in questo scenario come partner strategico per le PMI che vogliono adottare soluzioni cloud in modo professionale, strutturato e conforme alle normative europee attualmente vigenti. Il backup in cloud, in particolare, rappresenta la porta d’ingresso verso un modello IT più sicuro, gestibile e orientato alla continuità.

Backup in cloud e business continuity

Il backup in cloud offre un insieme di benefici operativi, economici e strategici che rafforzano concretamente la robustezza dell’intera infrastruttura IT aziendale.

Grazie agli ultimi software di automazione, i backup in cloud vengono eseguiti in modo costante e regolare, senza bisogno di intervento manuale: questo elimina il rischio di dimenticanze o configurazioni errate, che ancora oggi rappresentano una delle principali cause di perdita dei dati. I sistemi di backup professionali gestiti in cloud prevedono inoltre la deduplicazione dei file, la cifratura end‑to‑end e la possibilità di ripristino granulare anche su singoli file.

Un altro punto chiave è la ridondanza geografica: i dati non vengono salvati in un solo server remoto, ma replicati su più data center fisicamente distanti. Questo consente di preservare la disponibilità anche in caso di disastro naturale, blackout o incidente localizzato.

Dal punto di vista della continuità operativa, il backup in cloud garantisce invece tempi di ripristino (RTO) molto più rapidi rispetto ai sistemi tradizionali, oltre a un punto di recupero (RPO) più vicino all’ultimo salvataggio, riducendo di conseguenza il volume di dati che potrebbero potenzialmente andare persi durante un interruzione di servizio.

Infine, tutti i processi sono tracciati e conformi ai principali standard di sicurezza e privacy. Le soluzioni proposte da Lanpartners sono infatti pienamente compatibili con le normative regolate dalla ISO 27001 e dal GDPR, integrando le migliori pratiche in termini di autenticazione, crittografia e governance dei dati.

Strategie e best practice: 3-2-1, RTO, RPO e disaster recovery

Le strategie di backup in cloud realmente efficaci contano spesso su una strategia a 360° strutturata su più livelli. Il primo elemento è la cosiddetta regola del 3‑2‑1, uno dei principi cardine nella gestione dei dati: avere almeno tre copie dei dati, su due supporti differenti, di cui una off‑site. Questo schema, semplice solo in apparenza, rappresenta una delle difese più efficaci contro le interruzioni perché minimizza il rischio che un singolo guasto comprometta l’intero patrimonio informativo aziendale.

Ma l’archiviazione è solo uno degli aspetti del backup in cloud. Una volta archiviati, è ovviamente indispensabile essere in grado di recuperare i dati in tempi compatibili con l’operatività aziendale. Qui entrano in gioco due indicatori fondamentali: l’RTO (Recovery Time Objective) e l’RPO (Recovery Point Objective). Il primo indica quanto tempo può trascorrere tra un'interruzione e il pieno ripristino delle funzionalità; il secondo definisce quanto “vecchi” possono essere i dati recuperati rispetto al momento del guasto. Un backup in cloud progettato bene consente di ridurre entrambi: i dati possono essere ripristinati in pochi minuti, e, anche con un po’ di fortuna, l’ultimo salvataggio può risalire a pochi secondi prima dell’interruzione.

Fondamentale infine, come avevamo chiarito in questo articolo, l’integrazione con un piano di disaster recovery, ovvero una roadmap documentata e collaudata che definisce come un’organizzazione reagisce in caso di eventi critici come malfunzionamenti e attacchi hacker. Questo piano è indispensabile e deve essere implementato in qualunque strategia di sicurezza digitale aziendale, testato regolarmente con simulazioni, aggiornato in base all’evoluzione dell’infrastruttura e gestito in accordo con le normative vigenti (come la ISO 22301 sulla continuità operativa). 

Modelli di implementazione del backup in cloud: on-premises, cloud-only e ibrido

Voler adottare un sistema di backup in cloud non deve portare automaticamente ad abbandonare tutto ciò che si trova in locale. Al contrario, molte PMI trovano nei modelli ibridi la soluzione più flessibile ed efficace. Capire le differenze tra i vari approcci è quindi fondamentale per scegliere la strada migliore per la propria attività.

Un’architettura on-premises, ad esempio, prevede che i dati siano salvati localmente su NAS, dischi esterni o server interni. È una soluzione classica che offre prestazioni elevate nei ripristini locali, ma soffre di limiti evidenti come una certa vulnerabilità a guasti hardware, disastri fisici, mancanza di ridondanza geografica e costi di gestione dell’infrastruttura che potrebbero diventare rilevanti nel tempo.

Il modello cloud-only, invece, al contrario  prevede che tutti i backup siano effettuati direttamente su server remoti. Viene così eliminato il costo di gestione dell’hardware, si riduce la complessità e si ottiene una maggiore elasticità nella gestione dei dati. Allo stesso tempo, però, questa scelta può risultare più esposta in caso di problemi di connettività e può comportare tempi di ripristino più lunghi per file di grandi dimensioni.

Infine, il modello ibrido unisce il meglio dei due mondi: i backup avvengono sia in locale (per velocità di ripristino) sia in cloud (per ridondanza e sicurezza off‑site). È la scelta più consigliata per le PMI che desiderano mantenere una parte di controllo in sede ma vogliono anche proteggersi da scenari critici.

Lanpartners propone soluzioni ibride di alto livello configurabili, gestite da remoto e compatibili con i principali software di backup enterprise. Grazie a una gestione centralizzata, i clienti possono monitorare i backup in tempo reale e ricevere reportistica periodica senza dover gestire la complessità tecnica in autonomia.

Componenti fondamentali per un backup in cloud efficace 

Un’infrastruttura di backup in cloud realmente solida e a prova di rischi funziona solo se costruita su componenti affidabili e integrati: servono strumenti, ambienti e processi che garantiscano continuità, sicurezza e flessibilità operativa in ogni situazione, dalla più banale alla più complessa e critica:

  • Software di backup affidabili: devono supportare backup incrementali e differenziali, crittografia AES‑256, compressione, deduplica, versioning e gestione centralizzata. Le soluzioni professionali consentono la pianificazione, il ripristino granulare e il controllo da dashboard, con alert e report automatizzati.
  • Infrastruttura cloud (IaaS): i dati devono risiedere in data center certificati, possibilmente Tier III o IV, dotati di sicurezza fisica, climatizzazione ridondante, alimentazione continua e team di sorveglianza H24. L’accesso ai dati deve essere protetto da firewall, VPN e sistemi IDS/IPS.
  • Governance IT: una soluzione di backup in cloud efficace deve integrarsi con le policy di governance aziendali. Autenticazione forte (MFA), Single Sign-On, ruoli differenziati per utenti e amministratori, audit log completi e tracciabilità delle operazioni sono elementi fondamentali per sicurezza e accountability.
  • Partner certificati: Lanpartners, in quanto fornitore certificato ISO 27001, garantisce supporto nella configurazione, gestione e monitoraggio continuo dell’ambiente di backup, offrendo anche servizi di audit e aggiornamento periodico delle policy aziendali.

Checklist di adozione: la roadmap per le PMI

Implementare un sistema di backup in cloud richiede una visione strategica, un piano operativo chiaro e strumenti adatti alle necessità aziendali. Per questo, Lanpartners propone un approccio strutturato, costruito su tappe ben definite che vanno dalla valutazione iniziale alla definizione dei parametri di ripristino, dalla creazione di una strategia condivisa alle fasi di implementazione e monitoraggio. 

Valutazione iniziale e definizione dei parametri RTO/RPO

L’applicazione di un piano di backup, che sia in cloud o su dispositivi fisici, deve sempre partire dall’identificazione dei dati critici, dalla mappatura delle infrastrutture esistenti e dall’analisi dei flussi di lavoro. Questa fase permette di comprendere le priorità e i vincoli di ripristino, e inoltre influisce sia sul piano di disaster recovery che sulla business continuity aziendale. Si stabiliscono poi alcuni parametri fondamentali come i tempi massimi tollerabili di fermo (RTO) e la frequenza con cui devono essere salvati i dati (RPO), in funzione delle esigenze operative.

Scelta della strategia, test e monitoraggio

Qualunque sia la scelta finale di backup, on‑premises, cloud o ibrido, devono venire selezionati gli strumenti e i servizi in base al livello di rischio accettabile, al budget messo a disposizione e alla capacità interna di gestione dell’infrastruttura IT.

Il passo successivo, nella maggioranza dei casi, prevede l’installazione degli agenti, la configurazione delle policy e l’automazione dei processi. Vanno poi eseguite simulazioni di ripristino periodiche per verificare l’efficacia della strategia.

Infine viene la fase di monitoraggio successivo all’implementazione finale, dove ogni backup deve essere tracciato, i log verificati e le policy aggiornate. Lanpartners fornisce anche strumenti di monitoraggio e alerting in tempo reale, oltre ad assistenza tecnica e revisione periodica delle configurazioni.

Il backup in cloud, progettato in modo professionale, è una vera assicurazione per la salvaguardia della continuità aziendale. Oltre a ridurre l’impatto di eventi critici e ottimizzare la governance dei dati, le PMI che investono in questa direzione costruiscono infrastrutture IT agili e conformi alle normative.

Con oltre 20 anni di esperienza nella sicurezza digitale, Lanpartners offre esperienza, competenze certificate, infrastrutture sicure e supporto tecnico continuo. La transizione digitale passa anche attraverso l’implementazione di queste strategie cloud, che diventeranno sempre più la norma standard non solo per la cybersecurity, ma per la gestione dell’intera infrastruttura IT. 

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